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Inter-essere: la trama invisibile che tiene insieme tutto l’universo

07.06.2025


“Un poeta, guardando questo foglio di pagina, si accorge subito che dentro c’è una nuvola. Senza la nuvola, non c’è pioggia, gli alberi non crescono; e senza alberi, non possiamo fare la carta. La nuvola è indispensabile all’esistenza della carta. Se c’è questo foglio di carta, è perché c’è anche la nuvola. Guardando più in profondità in questa pagina, vedremo anche brillare la luce del sole. Senza luce del sole le foreste non crescono. Niente cresce in assenza della luce solare, nemmeno noi. Ecco perché in questo foglio di carta splende il sole. Continuiamo a guardare: ecco il taglialegna che ha abbattuto l’albero e l’ha trasportato alla cartiera dove è stato trasformato in carta. Sappiamo che l’esistenza del taglialegna dipende dal suo pane quotidiano, quindi in questo foglio di carta c’è anche il grano che è finito nel pane del taglialegna. C’è altro: i genitori del nostro taglialegna. Guardando in questo modo, comprendiamo che la pagina che stiamo leggendo dipende da tutte quelle cose.
Se guardiamo ancora più in profondità, vedremo nel foglio anche noi. Non è difficile capirlo: quando guardiamo un foglio di carta, il foglio è un elemento della nostra percezione. La vostra mente è lì dentro, e anche la mia. Nel foglio di carta è presente ogni cosa: il tempo, lo spazio, la terra, la pioggia, i minerali del terreno, la luce del sole, la nuvola, il fiume, il calore. Ogni cosa co-esiste in questo foglio.
Proviamo a restituire uno degli elementi che compongono questa carta alla sua fonte; restituiamo ad esempio al sole la sua luce. Esisterebbe ancora questo foglio di carta? No, senza luce solare niente può esistere. Se riassorbissimo il taglialegna nei suoi genitori, di nuovo nessun foglio di carta. La realtà è che questo foglio di carta è fatto di ‘elementi di non-carta’. Se restituiamo tutti gli elementi di non carta alla loro origine, non ci sarà più alcun foglio di carta. Niente ‘elementi di non carta’ (la luce del sole, il taglialegna, la mente, eccetera), niente carta. Questo foglio, così sottile, contiene tutto l’universo”.

Quando guardiamo un foglio di carta, il foglio è un elemento della nostra percezione. La vostra mente è lì dentro, e anche la mia. Nel foglio di carta è presente ogni cosa: il tempo, lo spazio, la terra, la pioggia, i minerali del terreno, la luce del sole, la nuvola, il fiume, il calore.

Thich Nhat Hanh

Queste sono le parole del monaco zen Thich Nhat Hanh per spiegare la parola “inter-essere” con cui descriveva una delle intuizioni fondamentali del buddhismo: non esiste un’entità separata dal resto, perché tutto è interdipendente.

Se ci soffermiamo per un attimo su qualsiasi oggetto, persona, elemento della natura, ma anche su qualsiasi pensiero, emozione o sensazione, ci rendiamo conto che ogni cosa esiste perché è parte di un tutto. É l’increspatura sulla superficie di un vasto oceano. Tutto il resto del cosmo, sia negli elementi sensibili che in quelli invisibili (idee, pensieri, emozioni) è intrecciato con ogni altro elemento: non esiste nulla di assolutamente separato dal resto.
Pensiamo alla nostra identità personale, al nostro Io, a cui siamo così legati da preoccuparcene in ogni istante. Se togliamo tutte le circostanze esterne vissute, le persone che ci hanno generato e cresciuto, gli incontri che ci hanno influenzato, gli oggetti con cui abbiamo interagito, il cibo che abbiamo mangiato e che ci ha donato energia, l’acqua che abbiamo bevuto, i libri che abbiamo letto, la musica che abbiamo ascoltato..nulla di ciò che siamo, del nostro corpo e della nostra mente, sarebbe possibile. Che ne è quindi della nostra identità, che ci sembra unica e speciale? Questo attaccamento all’io è semplicemente una percezione erronea da correggere, un’ignoranza del nostro vero stato, un’illusione? E che cos’è allora questa spinta che avvertiamo di voler sapere, voler capire, volerci liberare ed emendare della nostra ignoranza?

Il vuoto che resta se togliamo dal nostro Io tutto ciò che lo rende possibile e lo costituisce, è forse la nostra vera casa? Questo vuoto è forse ciò da cui tutto trae origine, ciò che davvero resta al di là di tutte le trasformazioni? O esso stesso è una costruzione mentale, frutto di un’illusione?

Pensiamo alla nostra identità personale, al nostro Io. Se togliamo tutte le circostanze esterne vissute, le persone che ci hanno generato e cresciuto, gli incontri che ci hanno influenzato, gli oggetti con cui abbiamo interagito..nulla di ciò che siamo, del nostro corpo e della nostra mente, sarebbe possibile.

Thich Nhat Hanh

Ed è qui che il pensiero si apre, come una vela che prende vento.
Nel vuoto che resta — dopo aver riconosciuto che nulla di ciò che crediamo nostro è davvero nostro — può emergere un’intuizione sottile, luminosa e spiazzante: noi non siamo individui separati, ma increspature temporanee di una stessa acqua, manifestazioni transitorie di un tutto che ci contiene e ci attraversa.

In un mondo che spinge a definire confini, identità, appartenenze… riscoprire di esistere solo in quanto in relazione con tutto il resto non è solo un atto di consapevolezza, ma un gesto rivoluzionario. È la base di una nuova etica, di un nuovo sguardo, di un nuovo modo di vivere.